Esposizione permanente presso Relais Convento
Appassionato da sempre di pittura, comincia a dipingere giovanissimo, da autodidatta, utilizzando il colore come spunto fondamentale per esprimere la propria arte e offrire col colore emozioni.I primi lavori degli anni Ottanta sono astratti, informali, dall’esito sconosciuto. L’azione del dipingere parte da un’idea, da un progetto che si trasforma strada facendo. Un percorso in fieri che nel momento creativo e attraverso il liberatorio gesto pittorico termina in un risultato a volte sorprendente per lo stesso artista.È il colore il protagonista delle sue opere, colore distribuito per strati che sovrapposti rendono la tela densa e quasi materica. Il colore unito al segno, all’azione gestuale del dare e del togliere ci potrebbe fare pensare alla tecnica dell’action painting, che Marco Solzi conosce ed apprezza: l’artista lavora sui suoi fondi dando e togliendo, con graffi e segni profondi sui quali stende altro colore eliminando gli eccessi per poi ridare altro colore, in una sequenza quasi convulsa che trova fine solo quando riesce a trovare quell’armonia cromatica che fa delle sue opere un carattere distintivo.Con l’acquisto di una consapevolezza pittorica, e con l’influenza della pittura americana degli anni’50, l’artista trasferisce le emozioni di base, frutto di pochi e intensi colori, su semplici campiture geometriche, avvicinandosi così a un’unità armonica che riesce a esprimere al meglio nelle grandi tele in iuta: la iuta accoglie il colore e lo restituisce in modo evidente.Gli strati e i graffi cedono il posto a una stesura calma e distesa del colore, colore ridotto alla sua funzione più semplice ma, non per questo, meno incisiva e perentoria.La continua ricerca tra colore e forma, tra disegno e segno, tra luce ed ombra, tra scabro e sfarzo, danno vita alle opere degli anni Duemila di Marco Solzi. Osservatore della luce in tutte le sue forme, l’artista approda, grazie alla propria attività imprenditoriale nel campo dell’illuminazione, a dipingere su grandi tele antichi lampadari. Marco Solzi appende le sue sospensioni quasi a voler arredare e illuminare saloni delle feste di Gattopardiana memoria. Il disegno, sempre stato in secondo piano per l’artista, qui diventa descrittivo: cristalli, gocce, sfaccettature, strutture di metallo luccicante per luminosi e antichi chandelier che, in contrasto con il grezzo supporto della tela di iuta, si stagliano quasi ad illuminare lo spazio circostante. Col tempo il percorso artistico sul tema della luce da visivo si trasforma in simbolico. Il soggetto chandelier da puntualmente definito diventa progressivamente quasi un’astrazione di filamenti luminosi, uno scheletro grafico che, come una cifra stilistica, una firma, pone fine al più lungo, creativo e determinante lavoro che l’artista fa da sempre sui fondi delle sue tele.
Marco SOLZI
Nato a Cremona nel 1959. Alla fine degli anni Ottanta risalgono i primi approcci alla pittura che proseguono fino ad oggi. Da sempre attento alle avanguardie artistiche conosce e apprezza l’arte americana degli anni’50 che influenza la sua pittura degli esordi. Gli anni Duemila segnano un’importante svolta nella pittura di Solzi: produce quadri di grandi dimensioni su tele di iuta. Dal 2013 svolge attività espositiva con mostre personali e partecipa a numerose collettive.
marcosolzi.com